Interrogazione a risposta immediata in VIII Commissione permanente - Ambiente, territorio e lavori pubblici - presentata da Francesco Nucara il 23 febbraio 2010

Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Per sapere - premesso che:

le regioni Calabria e Sicilia, sono interessate periodicamente da gravi fenomeni atmosferici che provocano devastazioni al territorio e decine di vittime;

con interrogazione a risposta immediata presentata in assemblea, esattamente un anno fa, in seguito ad una serie di eventi drammatici, l’interrogante aveva posto la questione al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ottenendo una risposta non esaustiva;

già precedentemente, il 23 gennaio 2009, l’interrogante si era premurato di sottolineare con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri la gravità della situazione idrogeologica calabrese;

da anni, i fondi destinati alla difesa del suolo vengono distribuiti a pioggia, talvolta su zone definite non ad elevato rischio idrogeologico e con importi bassissimi non sufficienti nemmeno ad iniziare i lavori di messa in sicurezza del territorio individuato;

la commissione ambiente della Camera dei deputati ha da poche settimane concluso una indagine conoscitiva sulle politiche per la tutela del territorio e la difesa del suolo approvando all’unanimità un importante documento conclusivo che analizza e approfondisce lo stato del dissesto idrogeologico del nostro Paese;

tale documento conclusivo, dal quale si evince che l’80 per cento dei comuni italiani è a rischio idrogeologico e che le risorse finanziarie sono poche, ma anche gestite male, potrebbe diventare una base programmatica per il Governo in materia di difesa del suolo;

il Governo, in linea con quanto indicato dalla Commissione ambiente, in sede di approvazione del citato documento conclusivo, ha approvato con la legge finanziaria per il 2010 una misura che permette la realizzazione di un programma straordinario per la manutenzione del territorio, al fine di evitare di giungere alle situazioni di emergenza:

se non ritenga necessario un adeguato impegno finanziario del Governo al fine di avviare un programma pluriennale di interventi indispensabili per la difesa del suolo e il contrasto al dissesto idrogeologico nel nostro Paese, dando quindi assoluta priorità agli interventi di messa in sicurezza delle zone a rischio più elevato, senza lasciarli alla discrezione dei singoli, ma ricorrendo ad un unico provvedimento in cui si concentri la capacità di prevedere i possibili interventi sul territorio, nonché, in considerazione del fatto che al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare è cambiata la guida della direzione generale difesa del suolo, ad avviare una verifica interna al fine di individuare eventuali responsabilità e negligenze che hanno portato ad un uso non efficace delle poche risorse disponibili.

Testo della risposta

In relazione all’interrogazione a risposta immediata presentata dall’onorevole Nucara, dove, nelle premesse, facendo riferimento alle devastazioni e alle vittime provocate nelle Regioni Sicilia e Calabria da gravi fenomeni atmosferici, si chiede la messa in opera di interventi atti a contrastare il dissesto idrogeologico, si rappresenta quanto segue.

La situazione delle Regioni Sicilia e Calabria dal punto di vista del rischio idrogeologico è nota e conclamata, come dimostrano i recenti disastri che hanno colpito a più riprese queste regioni, così come altre aree del Paese.

Il Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico della Regione Siciliana, che riporta l’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico nella Regione stessa, indica che il 3,2 per cento del territorio regionale è ad elevata criticità idrogeologica. Il Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico della Regione Calabria, che riporta l’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico nella Regione stessa, indica che il 7,6 per cento del territorio regionale è ad elevata criticità idrogeologica.

A fronte di questa situazione di criticità il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha finanziato dal 1998 al 2010 nella Regione Siciliana n. 229 interventi urgenti di difesa del suolo, per un importo di 298 milioni di euro, e nella Regione Calabria n. 319 interventi urgenti, per un importo complessivo di 176 milioni di euro.

L’impegno già profuso non è ovviamente sufficiente a garantire la messa in sicurezza di tutte le situazioni di rischio nelle Regioni Sicilia e Calabria, e, più in generale, in tutto il Paese. Per questa ragione, con riferimento alla richiesta dell’interrogante se "non si ritenga necessario un adeguato impegno finanziario del Governo al fine di avviare un programma pluriennale di interventi indispensabili per la difesa del suolo e il contrasto al dissesto idrogeologico nel nostro paese, dando priorità agli interventi di messa in sicurezza delle zone a rischio più elevato, senza lasciarli alla discrezione dei singoli, ma ricorrendo ad un unico provvedimento in cui si concentri la capacità di prevedere i possibili interventi sul territorio", va evidenziato che il Governo, con l’ultima legge finanziaria (articolo 2, comma 240, legge finanziaria 2010), ha stanziato risorse pari a 1.000 milioni di euro proprio per la realizzazione di piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico in tutto il territorio nazionale.

E proprio per la consapevolezza dell’importanza e dell’urgenza di affrontare il problema, va anche puntualizzato che tale cifra costituisce l’intera dotazione di risorse assegnate per interventi di risanamento ambientale dalla delibera Cipe del 6 novembre 2009 e che il Governo ha deciso di destinarla completamente alla realizzazione degli interventi destinati a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico.

Tali interventi sono individuati dalla Direzione generale competente del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sentiti l’Autorità di bacino e il Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La stessa norma stabilisce che le risorse disponibili possono essere utilizzate anche tramite accordo di programma sottoscritto dalla Regione interessata e dal Ministero dell’Ambiente e nell’ambito del quale viene definita la quota di cofinanziamento regionale.

Lo sforzo messo in campo dal Ministero dell’ambiente di programmare congiuntamente e in maniera unitaria le risorse disponibili in tema di mitigazione delle situazioni a più alto rischio idrogeologico è ulteriormente manifestato dalla ferma volontà di incrementare la dotazione economica a disposizione del menzionato Piano Straordinario anche con le risorse a disposizione del medesimo Dicastero per l’anno 2009.

Il Ministero dell’Ambiente ha già avviato apposite consultazioni con tutte le Regioni, le Autorità di bacino ed il Dipartimento della Protezione Civile al fine di arrivare alla individuazione, per ogni regione e per ogni bacino idrogeografico, delle situazioni a più elevato rischio idrogeologico che richiedano un intervento prioritario per la prevenzione e mitigazione di tale rischio, nonché in rapida successione, alla definizione e sottoscrizione, su base regionale, degli accordi di programma finalizzati al finanziamento degli interventi.

Per quanto riguarda, in particolare, la situazione delle Regioni più intensamente colpite dagli eventi di dissesto idrogeologico degli ultimi giorni, si evidenzia che il giorno 18 febbraio 2010 si è tenuta presso la Direzione generale competente del Ministero, la riunione tecnica con la Regione siciliana ed il Dipartimento della Protezione civile per vagliare le priorità d’intervento sulla base delle effettive criticità, con l’obiettivo primario di garantire la sicurezza delle persone e dei centri abitati. Analogo incontro è stato fissato per giovedì 25 febbraio alle ore 15 per la Regione Calabria.

Lo strumento dell’accordo di programma consentirà di convogliare, all’interno di un unico piano coordinato, sia le risorse statali sia quelle di pertinenza regionale, evitando così duplicazioni di interventi e frammentazione della spesa, e coprendo nello stesso tempo tendenzialmente l’intero territorio nazionale.

La concertazione tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione, le Autorità di bacino e la Protezione Civile eviterà una deleteria frammentazione decisionale, assicurando efficienza operativa e mettendo a disposizione in tempi rapidi ai soggetti attuatori le risorse finanziarie necessarie a far fronte al dissesto idrogeologico del Paese.

Detti piani straordinari dovranno, pertanto, razionalizzare e rendere omogenee e sinergiche, su una scala temporale pluriennale, le diverse misure e linee di intervento esistenti sul territorio in tema di mitigazione del rischio idrogeologico anche attraverso l’individuazione nei diversi Accordi di Programma di eventuali cofinanziamenti regionali.

Tale percorso strategico consente la predisposizione di una programmazione coordinata e concertata con gli Enti territoriali competenti.

Nell’attuazione del programma di interventi innanzi descritto, si è ritenuto opportuno dedicare una particolare attenzione anche al monitoraggio degli interventi finanziati. Proprio a tal fine, e per garantire, inoltre, la rapida realizzazione degli interventi stessi, l’articolo 17 del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, in corso di conversione, prevede la possibilità, ove ritenuto necessario, di nominare appositi Commissari Straordinari delegati ai sensi della normativa per la velocizzazione delle procedure esecutive facenti parte del quadro strategico nazionale di cui all’articolo 20 del decreto-legge n. 185 del 2008, convertito in legge n. 2 del 2009.

Lo stesso decreto prevede inoltre un rafforzamento delle attività di vigilanza sulla realizzazione degli interventi finanziati a cui provvederà il Ministero dell’Ambiente attraverso le proprie strutture, ivi incluso un Ispettorato Generale di nuova istituzione.

Purtroppo l’emergenza frane non dà tregua e impone a tutte le istituzioni decisioni responsabili e un’attenta valutazione delle situazioni di maggiore crisi. Quello intrapreso è un percorso che richiederà certamente tempi medio-lunghi e ulteriori fondi, ma è importante partire da subito per mettere in sicurezza le aree che destano più preoccupazione per l’incolumità delle popolazioni e per dare stabilità all’assetto del territorio.

Francesco Nucara ha ringraziato il Ministro per la risposta di cui si è dichiarato soddisfatto. In particolare, ritiene che le affermazioni del Ministro relative al fatto che le risorse finanziarie disponibili saranno impiegate prima di tutto per mettere in sicurezza le zone a rischio idrogeologico molto elevato siano molto importanti, così come è importante l’impegno a non perpetuare gli errori del passato con la polverizzazione degli stanziamenti. Ha concluso formulando l’auspicio che le politiche per la messa in sicurezza del territorio tornino a conformarsi alla disciplina prevista dalla legge n. 183 del 1989, dando più forza alle Autorità di bacino e ridimensionando, all’opposto, il ruolo delle regioni che, troppo spesso, appare improntato a ragioni politiche ed elettoralistiche. Ha ribadito che le considerazioni svolte dal Ministro rafforzano il proprio giudizio di piena soddisfazione per la risposta fornita. Anche per questa ragione, ha ritenuto doveroso sottoporre al Ministro una valutazione diversa da quella riferita circa la imprevedibilità di calamità naturali come quelle che hanno colpito alcune zone della Sicilia e della Calabria. Con specifico riferimento alla frana di Maierato, ad esempio, ha ribadito che essa era ampiamente prevedibile, essendo l’effetto inesorabile dell’abbandono e della mancata manutenzione di quel territorio, e che, proprio in questa tragica occasione sarebbe opportuno chiedere conto agli organi di governo regionali dell’inaccettabile sperpero di risorse pubbliche e del pessimo uso degli oltre 11 mila forestali calabresi che avrebbero senz’altro potuto evitare l’attuale disastro di quel territorio.